Solidarietà ad Alfredo Cospito

Alfredo Cospito

La vicenda umana/politica di Alfredo Cospito rappresenta  l’ennesimo e sistemico aspetto vendicativo/repressivo dello Stato Italiota verso entità umana, sia essa individuale che collettiva che ha nel nel cuore, nella mente e nei sogni il voler modificare lo stato delle cose presenti.

L’aspetto politico esistenziale di ogni millitante così come le motivazioni umano/ideologiche che inducono alla prassi politica (militanza) in un modo semplice, senza scomodare i grandi delle ideologie rivoluzionarie, sono ben rappresentate dalle righe  sotto riportate di Ulrike Marie Meinhof suicidata mediante impiccaggione l’8 Maggio 1976 nel carcere di Wittilich.

«Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa un'azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un'azione politica. Protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più.» (Ulrike Marie Meinhof)

Dalle “civili e moderne“ carceri  social democratiche della Germania degli anni 70, carceri di “Stati democratici” USA /Israele, Grecia, Italia, agli Stati fondamentalisti come la Turchia, in tutti questi decenni l’aspetto vendicativo/repressivo del Potere nei riguardi di chiunque si opponga, specie per le formazioni politiche di sinistra ed antagoniste, nulla è mutato.

Per tutte/i coloro che vengono sottoposte alle forme di annientamento, compreso l’uso della tortura fisica (carceri turche/israeliane) ed indiretta (seppellire/murare privare ogni forma cognitiva o contatto umano visivo con l’esterno) modello Baader Meinhof), alla detenuta/o il proprio corpo diventa l’unico forma e/o arma per rivendicare/ opporsi e denunciare le ingiustizie e violenze della detenzione.

La umanità detenuta, per opporsi alle ingiustizie e per reclamare i diritti e difendere la propria dignità non rimane altro che la  rivolta carceraria (nel migliore dei casi) in quanto espressione collettiva o la scelta dello sciopero della fame che, pur nella consapevolezza indviduale della messa a repentaglio della propria vita, sia fisica che mentale il proprio corpo rappresenta l’unica arma e/o mezzo a disposizione per opporsi.

Per Alfredo Cospito, già da sei anni detenuto, in corso dopera, la Zelante  Giustizia Italiota ha disposto di sottoporre Cospito al regime del 41 bis per un’azione dimostrativa e non con intenti stragisti, ufficialmente dimostrata, presso la Scuola per Allievi dei Carabinieri di Fossano (Cuneo).

Per Alfredo, da più di 80 giorni in sciopero della fame, sono tante le prese di posizione e di mobilitazioni nella ormai prossima a divenire Fortezza Italia e ci sembra opportuno riportare una dichiarazione scritta di Adriano Sofri che sta circolando in varie testate giornalistiche anche via web:

“L’anarchico Alfredo Cospito è in carcere e rischia l’ergastolo ostativo. E’ accusato di aver commesso “una strage aggravata”, ma la verità è un altra.

Così come dimostrano inequivocabilmente i fatti, gli attentati commessi da Cospito in realtà sono riconducibili ad azioni dimostrative, senza nessuna volontà di fare vittime, infatti non c’è stata nessuna vittima.

Cospito ha iniziato uno sciopero della fame duro, contro il 41 bis, che l’ha già portato in una condizione allarmante.

Viene da dire: dove sono i garantisti? Quelli che si disperano quando a finire in cella sono sindaci, politici, colletti bianchi, mafiosi e massoni?

 La pena oltre a tendere alla rieducazione del detenuto, deve essere commisurata al reato commesso. E in questo caso siamo oltre il “buon senso” giuridico. Siamo al fascismo giudiziario che punisce oltre ogni ragionevole interpretazione del codice penale gli “antagonisti”, e assolve sistematicamente la borghesia massomafiosa di questo paese. Se Cospito ha commesso un reato, è giusto che paghi, entro i “limiti” previsti dalla Legge però, che parla chiaro, e non per volontà di una paranza politica massomafiosa che non ammette alcuna forma di dissenso sul suo operato. Come dire: “colpirne uno per educarne cento”. E la citazione, in questo caso, non è inappropriata”.

di Adriano Sofri:

Non è inappropriato terminare questo contributo di testimonianza e di solidarietà al compagno Alfredo Cospito con le dichiarazione  nel 37° giorno del processo di Stammheini contro i componenti della Rote Armee Fraktion (RAF ) Otto Schily al Giudice Thedor Prinzing:

 "La tua veste diventa sempre più corta e il coccodrillo sotto di essa sempre più visibile"

Ma anche le osservazioni di Rupert von Plottnitz (altro componente della Difesa ) : "Heil (saluto hitleriano del III Reich), Dr. Prinzing!".

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