L’omicidio di Fausto e Iaio, il dovere e la necessità di riliberare gli anni 70

F&I

(18 Marzo 1978 - 18 Marzo 2024)

 

(riportiamo l’articolo del 18 Marzo 2018)

“Il 18 marzo di quarant’anni fà due giovani militanti del Leoncavallo, Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, conosciuti come Fausto e Iaio, furono trucidati con otto colpi di pistola a Milano, in via Mancinelli, vicino al centro sociale Leoncavallo.

A distanza di quarant’anni, la morte di Fausto e Iaio, per i classici e drammatici cliché determinatisi per le stragi di stato (P.zza Fontana, P.zza della Loggia, Treno Italicus), si acclude all’ennesimo omicidio di Stato i cui esecutori, come sempre, vanno ricercati nella brodaglia composta da fascisti, criminalità organizzata, complicità dirette/indirette di apparati militari vari servizi segreti (deviati e non).

Gli esecutori ed i mandanti, mai individuati, sono stati e saranno sempre impuniti per le complicità delle alte sfere degli apparati di “Sicurezza italiani che, deviati e/o non, sono sempre espressioni dello Stato.

E’ dalla Strage di Piazza Fontana sino quelle prettamente di stampo Mafioso, l’uso della terminologia, divenuta ormai retorica, “Servizi  Segreti Deviati” assume il significato dell’auto assoluzione dello Stato dalle responsabilità delle pagine più tristi, drammatiche e sanguinosi avvenute nella della nostra Repubblica.

I “Servizi Segreti Deviati”, congiuntamente alle Logge Massoniche ed Associazioni eversive fasciste e nazi/fasciste come la P2 di Licio Gelli e la Gladio, hanno avuto la funzione di depistare, tutelare, coprire finanziare i vari  protagonisti, responsabili delle Stragi, le tentate stragi di Stato e dei vari tentativi di Golpe in Italia.

Chi ha ucciso fa Fausto e Iaio?

Questa è la domanda, che solo Rai News, nell’annovero del triste anniversario, ha menzionato laicamente, anche sotto l’aspetto del lavoro d’inchiesta giornalistica, sul perché dopo quaranta anni ancora non sia/no stati individuati né l’esecutore materiale, tanto meno il clima di complicità attorno all’uccisione dei due giovani compagni.

Nessuna testata giornalistica ha trattato della morte di Fausto e Iaio, tranne quella di riportare la foto della lapide imbrattata ignobilmente qualche giorno fa da un pennarello. Verso l’esecutore non possiamo auguragli altro che la mano usata per impugnare il pennarello la deve porgere al farmacista per comprarsi solo medicine “tutt’ mericin e merd”.        
 

 

 

 

 

 

Catalogazione