Zona Orientale desertificata

Deserto

 

Con la zona orientale desertificata da persone, da cultura e con i quartieri periferici sempre più ghetti come può una città come Salerno considerarsi emancipata, civile dove il termine ”turistica“ serve a nascondere la definizione più appropriata della città dei ricchi e dei pezzenti.

Venerdi 14 luglio in occasione della iniziativa politica-musicale indetta dal C.S.A. Jan Assen e dalla Rete Musica Indipendente svoltasi nella Piazza Martiri di Brescia (ex Largo Prato di Pastena) quel che è balzato subito agli occhi ma anche nella percezione esistenziale di tutti noi, è stata la trasformazione, dalle ore 19-19,30, di una intera area, la zona orientale in un vero e proprio deserto e non a causa del caldo.

Fino alle 19 le panchine della piazza, dove si svolgeva l’iniziativa in difesa della sanità pubblica contro la guerra e la nato, erano occupate principalmente da anziani che plaudivano non solo alle tematiche ma anche alle attività musicali.

Intorno alle ore 20 la piazza si svuotava, i giovani prendevano i mezzi pubblici per recarsi in centro ed i vari musicisti del reggae e rap con il nostro impianto diffondevano ai palazzi ed ai compagni i vari suoni e la musica.

La sensazione del deserto del vuoto e della tristezza si percepiva dai nostri occhi, proprio in una area dove storicamente, inizi anni 70, una comunità pensante riuscì a trasformare una area marginale della città quale era Pastena e la Zona Orientale, in un punto di riferimento politico culturale e piena di vitalità per tutta la città.

Dalla marginalità alla centralità, tutto ciò grazie alle lotte ed al dinamismo culturale (occupazioni di case, movimenti studenteschi, l’antifascismo con le mobilitazioni per la libertà del compagno Giovanni Marini, la presenza di varie sedi politiche dell’intera sinistra in primis quella antagonista, il primo Centro Sociale occupato nel Sud prima Barone Rosso poi Vincenzo di Muro.

Del dinamismo socio politico culturale nella zona orientale degli anni 70, sino agli inizi degli anni 2000, ne beneficiarono anche le attività commerciali per via del passeggio e dei tanti giovani presenti e viventi Pastena tale da dichiarare tale zona “La Repubblica Popolare De Pastena”.

Quel dinamismo grazie alla pratica dei bisogni con i primi movimenti dei disoccupati (Corsisti Paramedici ed ex CEE) movimenti studenteschi, in difesa dell’ambiente contro ogni forma di emarginazione sociale per la difesa dello stato sociale di cui l’intera città ne beneficiò dalla sanità ai servizi pubblici (igiene urbana, verde pubblico, impiantistica elettrica, edilizia scolastica, assistenza sociale, personale addetto alla derattizzazione, pulizia dei tombini, delle fogne e la manutenzione dell’intero patrimonio pubblico) che ora non esistono più.

Grazie alle lotte che permisero il diritto al lavoro a più di un migliaio di persone spazzando lo squallido uso delle raccomandazioni e servilismi vari, il fenomeno migratorio verso il nord ed all’estero delle /dei salernitani s’interruppe.

Il "Welfare locale" fu difeso e valorizzato dal protagonismo diretto di quella comunità, intesa quale insieme di entità umane che non vogliono essere più meri soggetti passivi ma protagonisti, in quanto consapevoli e coscienti delle proprie capacità, in grado di progettare e ipotizzare modelli sociali, relazionali, economici e culturali adeguati ai bisogni reali della gente ed eco-compatibili col proprio territorio.

E’ dal 2012 sino ad oggi che i dati SVIMEZ nella classifica dei tristi primati, pongono il Sud e Salerno, nei primissimi posti per l’alto tasso di disoccupazione (una/salernitano su due è disoccupato- uno su tre è emigrato al Nord e/o all’estero), tasso di fallimenti e chiusure di attività commerciali ed industriali, per numero elevato dei suicidi (70% per povertà e precarietà), per uso di droghe alcol ed antidepressivi, per le tasse più care d’Italia, per i fitti di case e magazzini più cari d’Italia, cementificazione e privatizzazione selvaggia del litorale marino.

Nella nostra città sarebbe realisticamente possibile la piena occupazione solo grazie alla manutenzione dell’enorme patrimonio verde dalle colline al mare con i suoi corsi d’acqua (fiumi e torrenti ) riproponendo i servizi territoriali nelle varie zone e quartieri della città presso i quali i cittadini potrebbero trovare riferimenti utili per le varie problematiche del vivere quotidiano.

La privatizzazione della cosa pubblica e della sanità, il vuoto e la desertificazione culturale condizionano il vivere quotidiano dei nostri concittadini alla rassegnazione all’oblio e/o da una narcosi collettiva.

E’ proprio in fasi storiche come queste, prima con la Pandemia ora con l’entrata in Guerra contro la Russia con stanziamenti di miliardi di Euro destinati all’industria bellica (corsa al riamo), che si tradurrà nell’ulteriore distruzione dell’ambiente, impoverimento massiccio della maggioranza della povera gente, restringimento sempre di più delle libertà ed agibilità politiche e culturali e libertà di stampa e di pensiero, ecc…potremmo continuare all’infinito che bisognerebbe reagire.

Bisognerebbe necessariamente mettere in campo, in termini di fruibilità cognitiva collettiva, il sapere critico e i riferimenti storici che possano fungere da stimolo per determinare idee/forze collettive in grado di sperimentare ipotesi di modelli sociali emancipati che pongano come priorità i bisogni reali della gente contro ogni forma di miseria, sia economica che esistenziale e culturale.

A distanza di tanti anni, volgere lo sguardo al passato fa rabbia nel vedere la nostra città, con una densità abitativa uguale ad un quartiere di Napoli, ridotta ad un deserto anche esistenziale nonostante le normi potenzialità in grado di soddisfare i bisogni reali degli abitanti come il problema annoso della disoccupazione, precarietà emigrazione, ambiente salute e cultura al mare a causa della privatizzazione dalla sanità al Comune.

E mentre la strage di donne ed uomini sul lavoro continua sempre di più, mentre si leva il Reddito di Cittadinanza, si levano i soldi destinati alle Residenze Universitarie, si privatizza la Sanità Pubblica e la Scuola , i Soldi del PNRR vengono destinati ad opere inutili e dannosi come il Ponte sullo Stretto di Messina, TAV, cementificazione selvaggia (edilizia privata) però a Salerno consideriamoci soddisfatti per il concerto di Pupo che ha cantato a Pastena nella recente edizione della Notte Bianca.

 

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